Il Cacciucco di Michelangelo incontra le bollicine dell’Alta Langa

L’Alta Langa incontra il mare con i suoi pesci più “poveri e meno conosciuti di scoglio”, rigorosamente del mar Tirreno, e questo è già un bell’esempio di qualità e di cultura a tavola.

Il Cacciucco (sempre da nominare con 5 c belle piene! Mai con 4 c perché sareste bocciati!) è un piatto talmente abbondante e sontuoso che non ha bisogno di antipasti e preamboli.
Semmai possono essere previste due acciughine fritte (ma anche più di due… Perché una tira l’altra ed è impossibile resistere a tanta bontà se sono di quelle pescate in giornata). “L’acciuga regina” come la definisce il noto enogastronomo Salvatore Marchese, che ne ha scritto perfino un libro, può fare da apripista senza destare disturbo alla magnificenza di sua maestà “ir cacciucco livornese”.

Se poi lo accompagnano delle bollicine si farà fatica a non chiederne altre. Se poi le bollicine, senza nulla togliere alla miriade di quelle esistenti, sono dell’Alta Langa non ci sono commenti o riflessioni da fare. C’è la goduria del palato e non solo! Quella goduria che in compagnia, come va rigorosamente mangiato il Cacciucco, raggiungerà l’apice dello stare bene a tavola tanto che  mentre lo mangiate penserete alla prossima puntata. I calici di bollicine saranno segno di piacevolezza e di festa (del resto il centenario dello stabilimento Marzocco non si festeggia certo ad acqua!). Il piatto che lo contiene deve essere bello fondo e ripieno di pesce ricco e variegato e per finirlo, dovendo intingere nel sugo poderoso e profumato immerso nel pane abbrustolito, ha bisogno di essere accompagnato da vini piacevoli, che vanno giù bene. Le bollicine sono in questo caso una garanzia di eccellenza! Poi il Cacciucco di Michelangelo (perché di cacciucco ce ne sono tante versioni, quanti coloro che lo cucinano!)  è un piatto nato dall’incontro di culture e di genti ed è per sua natura aperto ad ogni sperimentazione di abbinamento.

L’Alta Langa incontra il mare con i suoi pesci più “poveri e meno conosciuti di scoglio”, rigorosamente del mar Tirreno, e questo è già un bell’esempio di qualità e di cultura a tavola.
Quindi che dire? Degustate con calma (e se ce la fate chiedete una mestolata di ripasso), godetevi il ventaglio dei diversi sapori e chiaccherate tanto (la fretta non si addice al cacciucco). Buon divertimento!

A voi alla fine la sentenza se “bollicine e cacciucco” sono una felice accoppiata! E quindi da ripetere e consigliare. Altrimenti si tornerà alle origini: “cacciucco con vino rosso giovane e beverino”.
Ricordate che per concludere dovete farvi portare  un bel “ponce livornese” (caffè, rum e scorza di limone al vetro!) che ci sta’ di lusso!  Se poi arrivate a due di ponci chissà che Michelangelo non vi nomini “amici del Cacciucco“!

Luca Lischi

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